Già si è parlato dell’Albo descrivendone alcune attività, tra cui quelle relative alle analisi che l’Albo effettua sui mangimi e agli audit che svolge presso i mangimifici: ne potrebbe uscire un’immagine non del tutto corretta di un Consorzio che controlla e di mangimifici che vengono controllati.
Non del tutto corretta perché se è vero che vengono fatte verifiche, queste vengono svolte in una logica di trasparenza e condivisione di informazioni che non è mero controllo ma partnership tra imprese che condividono l’obiettivo di valorizzare la filiera del Parmigiano nel suo complesso, valorizzandone tutti i tratti e valorizzando la connessione tra di essi.
Per questo oltre ad analisi e audit la partnership si sviluppa attraverso frequenti scambi di informazioni operative e di prospettiva che in questi mesi hanno riguardato ad esempio le azioni di comunicazione rivolte agli allevatori, utili a fare conoscere gli investimenti dei mangimifici per assicurare la qualità e la sicurezza dei loro prodotti, la capacità dei mangimifici di fornire informazioni sulla filiera (sostenibile) delle materie prime utilizzate, il loro impegno a conoscere e rispettare i contenuti del disciplinare.
Anche i risultati degli audit e dell’analisi condotti dal 2015 ad oggi sono stati condivisi e discussi cogliendo il trend positivo nell’adeguamento delle aziende aderenti ai requisiti della Convenzione ed una maggior conformità di queste (rispetto ad aziende esterne all’Albo) per quanto attiene alle caratteristiche analitiche.
Abbiamo avviato una riflessione sulle ipotesi di evoluzione del disciplinare, di cui vanno superate alcune difficoltà interpretative e valutate alcune ipotesi di modifica alla luce della tradizione e della mentalità proprie di una Dop e con i vincoli che ciò impone. Se non si sono in discussione i grandi pilastri (es. il divieto di uso di insilati) altri punti si potranno rivedere dando sempre maggior attenzione alla circolarità ed alla sostenibilità (emissioni Ghg) delle materie prime e delle razioni nel loro complesso, con tutte le necessarie cautele legate alla grande reputazione del prodotto.
Ma c’è un ambito in cui la partnership fra Consorzio e mangimisti dell’Albo potrà offrire nuove opportunità, ed è quella della promozione e diffusione del Brand Manifesto, il documento in cui il Consorzio indica come vuole accompagnare alla promozione della qualità del prodotto anche nuove azioni utili a migliorare la qualità del processo produttivo.
Il Brand Manifesto è strutturato in cinque pilastri: Territorio, Ambiente, Benessere animale, Comunità e Benessere del consumatore.
Su questi temi, in particolare quelli con maggiore valenza tecnica (territorio, benessere animale ed uso prudente dei farmaci, sostenibilità ambientale…) abbiamo illustrato la nostra visione e proposto ai mangimifici, se la condividono, di veicolarla presso gli allevatori con i molti loro tecnici che quotidianamente con gli allevatori dialogano e si confrontano.
A tale scopo stiamo pianificando una serie di incontri tecnici, che saranno coordinati dall’Università di Bologna, con cui garantire l’allineamento su tali contenuti.