Riprendiamo il discorso sull’asciutta e il post-parto (clicca qui) e concentriamoci ora su alcuni punti operativi volti a minimizzare il rischio delle infezioni intramammarie.
Come possiamo nella pratica?
Sapendo che le bovine, tanto nella prima fase dell’asciutta come nel pre e post-parto, hanno un sistema immunitario deficitario, dovremo cercare di agire a livello ambientale, gestionale e nutrizionale per minimizzare i fattori di rischio, e cioè ridurre lo stress per le bovine e ridurre la pressione microbica.
Per ridurre lo stress delle bovine dobbiamo partire da strutture confortevoli e da una densità adeguata durante tutti periodi dell’anno (80% in pre e post-parto).
Dobbiamo ridurre al minimo gli spostamenti e i cambi di gruppo cercando, ad esempio, di mettere in asciutta le bovine con una frequenza non superiore a una volta per settimana, evitando i cambiamenti di box troppo in prossimità del parto.
L’accesso all’acqua e alla magiatoia devono essere adeguati (10 cm/vacca di accesso lineare all’acqua di abbeverata e 76 cm/vacca di spazio in mangiatoia).
Dovrebbero, inoltre, essere adottate delle misure di mitigazione dello stress da caldo durante i mesi estivi.
In secondo luogo, è fondamentale, soprattutto nell’ottica in cui una parte delle bovine non riceve trattamento antibiotico, ridurre la carica infettante ambientale, migliorando l’igiene delle aree di riposo (lettiera pulita e asciutta) e delle aree di deambulazione, tanto per le bovine in asciutta come per quelle nel pre e post-parto.
Infine, nutrizione e pratiche gestionali specifiche possono ridurre le problematiche metaboliche nel post-parto con un conseguente beneficio sulla sanità della mammella.
Marcello Guadagnini
International Technical Manager, Axiota Animal Health