Skip to content Skip to footer

Colostratura del vitello: pubblicate le nuove Linee Guida nazionali

Sono state recentemente pubblicate le Linee Guida per la corretta colostratura del vitello, elaborate dal Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale (CReNBA) e dal Centro di Referenza Nazionale sull’Igiene e le Tecnologie dell’Allevamento e delle Produzioni Bufaline (CReNBuf), su richiesta del Ministero della Salute.

Il documento recepisce le evidenze scientifiche più recenti e ha un obiettivo pratico: fornire indicazioni precise a veterinari e allevatori per garantire un’efficace immunità passiva nei vitelli bovini e bufalini attraverso una corretta gestione del colostro.

Un momento cruciale per il futuro dell’animale

Il vitello nasce privo di anticorpi e dipende completamente dall’assorbimento delle immunoglobuline materne presenti nel colostro. Questa finestra di opportunità è estremamente limitata nel tempo: la capacità di assorbimento intestinale delle Ig cala già dopo 6 ore e si esaurisce entro le 24 ore dalla nascita.

Come sintetizzato efficacemente nel documento, la differenza tra salute e malattia dipende da un delicato equilibrio tra fattori del vitello, dell’ambiente e degli agenti patogeni ai quali è esposto . La qualità della colostratura incide quindi non solo sulla sopravvivenza e salute del singolo vitello, ma sulla sanità complessiva dell’allevamento.

Tre pilastri: qualità, quantità, tempestività

Il documento insiste su tre elementi fondamentali per un’efficace colostratura: qualità, quantità e tempestività.

  • Qualità del colostro: più del 50% dei campioni analizzati dai laboratori del CReNBA presentano un contenuto di gamma-globuline inferiore a 60 g/l, specie nei mesi estivi. Per questo si raccomanda la valutazione del colostro con rifrattometro (scala Brix) o test di laboratorio prima della somministrazione.
  • Quantità: per garantire un’efficace immunità passiva – si legge – ogni vitello dovrebbe assumere colostro pari almeno al 10% del suo peso vivo entro le prime 12 ore. L’obiettivo minimo è raggiungere 220 g di Ig, ma per una protezione ottimale si raccomanda di superare i 300 g.
  • Tempestività: il primo pasto di colostro deve avvenire idealmente entro le 2–3 ore dalla nascita, seguito da una seconda somministrazione entro le 6–12 ore successive. “Ogni ritardo compromette l’efficacia del trasferimento immunitario”, si legge nel testo.

Igiene e conservazione: fattori determinanti

Una colostratura di successo non dipende solo dalla qualità intrinseca del colostro, ma anche dalle modalità di raccolta, conservazione e somministrazione. Le attrezzature (mungitrici, contenitori, biberon, sonde) devono essere pulite e disinfettate, e la tracciabilità dei lotti conservati in banca del colostro deve essere garantita.

Il colostro fresco andrebbe somministrato entro un’ora, oppure refrigerato (max 48h) o congelato (fino a 12 mesi, con sacchetti piatti a ≥25 Brix). Lo scongelamento deve avvenire a bagnomaria, senza superare i 49°C, e il colostro va somministrato a temperatura corporea (38–39°C).

Quando usare la sonda esofagea?

L’utilizzo della sonda esofagea viene definito “atto medico” e indicato solo nei casi in cui il vitello non assuma spontaneamente il colostro. Il documento ricorda che “l’uso della sonda non induce la chiusura della doccia esofagea, con conseguente ritardo nell’assorbimento intestinale delle Ig”.

Monitoraggio: come verificare l’efficacia della colostratura

Il monitoraggio dell’avvenuto trasferimento dell’immunità passiva deve essere effettuato con analisi del siero tra 1 e 7 giorni di vita. Gli strumenti includono:

  • test diretti (γ-globuline, IgG),
  • test indiretti (GGT, proteine totali, rifrattometria Brix).

Il documento riporta tabelle con valori soglia e percentuali consigliate di vitelli in ogni fascia di efficienza colostrale (eccellente, buono, sufficiente, insufficiente). Valori di GGT superiori a 200 UI/L al primo giorno indicano corretta colostratura.

Ogni allevamento, un protocollo scritto

Le nuove Linee Guida raccomandano che ogni azienda adotti un protocollo scritto e condiviso con il veterinario aziendale, che descriva puntualmente procedure, responsabilità, attrezzature e modalità di registrazione.

Puoi scaricare il documento qui 👇🏻