Decisamente riuscito il convegno dedicato all’asciutta selettiva svoltosi a Montichiari, nell’ambito della FAZI, il 28 ottobre scorso. Sala Scalvini gremita, oltre un centinaio i presenti, ben distribuiti tra allevatori, tecnici e veterinari pubblici e liberi professionisti.
Del resto l’argomento è di estrema attualità, perché è ancora recente l’obbligo di attuarla in stalla e, soprattutto, perché si tratta di una pratica ad ampio spettro, che coinvolge aspetti veterinari, gestionali e strutturali, nonché la necessità di un deciso cambio di mentalità rispetto ai decenni passati.
L’asciutta selettiva non va considerata in semplice protocollo da calare in stalla, ma piuttosto uno strumento che va definito e perfezionato a misura di ogni singola realtà.
A dimostrarlo le tante esperienze già intraprese, dalle quali emerge uno spettro diversificato di risultati: da quelli estremamente soddisfacenti e quelli più problematici, se non negativi.
Ciò che è certo tuttavia – ed è la ragione per cui il Consorzio è fortemente presente nella proposta di questo tema e nell’azione di promozione e messa in atto delle migliori vie operative in stalla, come anche l’organizzazione di questo convegno dimostra – è che anche dall’asciutta selettiva passa la definizione di una stalla che non sia semplicemente da latte, ma da latte da Parmigiano Reggiano.
Ossia in prima fila per quegli aspetti di sostenibilità e minimo ricorso al farmaco (grazie alla cura della gestione, dell’igiene, delle strutture, alla selezione delle bovine) che sono ai primi posti nelle preoccupazioni di scelta del consumatore a cui la vendita del Parmigiano Reggiano si rivolge.
Concetti sintetizzati dal presidente Nicola Bertinelli nel suo commento finale al convegno e nel suo saluto ai partecipanti, sottolineando ancora una volta come per il Consorzio l’occuparsi anche di tecnica di allevamento, con convegni, corsi, workshop, webinar e di farlo anche con la gamma degli strumenti di formazione e informazione del sistema Alleva PR, sia una scelta obbligata, perché il sostegno al marchio, oggi più che mai, passa anche attraverso il miglioramento delle tecniche di produzione in stalla, in linea con le richieste del cittadino-consumatore.
Di grande interesse – e unanimemente apprezzati dalla platea – i tre interventi tecnici che hanno caratterizzato il convegno.
Marco Nocetti, responsabile del Servizio di Produzione Primaria del Consorzio, ha presentato e commentato i numeri scaturiti dal sondaggio realizzato tra allevatori e veterinari a tema asciutta selettiva. A suo modo qualcosa di unico, per il numero dei partecipanti al sondaggio e per la mole di informazioni che ne è scaturita. Al punto da farne uno strumento di riferimento importante per tutti gli addetti ai lavori al fine di avere un’immagine più chiara e concreta sull’applicazione dell’asciutta selettiva in Italia.
Il quadro che emerge è quello di una applicazione dell’asciutta selettiva più ampia e diffusa di quanto si potrebbe pensare, con una larga fascia di allevatori soddisfatti e motivati, anche se persistono preoccupazioni e incertezze legate al rischio di nuove infezioni.
Un quadro in chiaroscuro emerge anche dalle relazioni seguenti, di due docenti universitari di grande valore e punti di riferimento in materia di sanità della mammella, con le quali l’obiettivo del convegno era di proporre ai presenti un quadro aggiornato della realtà internazionale in materia di asciutta selettiva.
Lo si è fatto dapprima con Volker Kromker, (European College of Bovine Health Management, Università di Copenhagen) e poi con Paolo Moroni (Dipartimento DIVAS, Università di Milano).
Il danese ha trattato l’argomento facendo riferimento alla sua esperienza di campo in Danimarca e Germania, e ne è emerso un quadro generale che, pur essendo stata adottata l’asciutta selettiva molto prima che da noi, ricalca una situazione simile a quella emersa dal sondaggio citato quanto ad atteggiamento di allevatori e veterinari.
Quello che emerge è comunque che un lavoro importante per ridurre la pressione infettiva della stalla, lavorando su igiene, gestione dell’asciutta, qualità degli spazi, deve accompagnare il passaggio all’asciutta selettiva.
Questo richiede un approccio multidisciplinare e anche un modo nuovo di lavorare tra allevatori e veterinari, perché possa essere condotto a buon fine il passaggio a questa nuova fase, ha ricordato Paolo Moroni, che nel suo intervento ha proposto vari flash sull’applicazione dell’asciutta selettiva in Olanda, UK, Irlanda e Stati Uniti.
Esperienze diverse, che confermano una certa attitudine positiva nella maggioranza degli allevatori, un approccio talvolta più prudente dei veterinari e la necessità di un nuovo modo di lavorare insieme per trovare le modalità più efficaci di applicazione dell’asciutta selettiva nella singola azienda.
Guarda tutte le relazioni del convegno nei link sottostanti.
L’introduzione di Luca Acerbis: Serve un cambio di mentalità
Il dibattito
L’intervento di Nicola Bertinelli: Perché il Consorzio si occupa anche di asciutta selettiva