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Global Dairy Trade in calo: il mercato si raffredda, l’indice perde lo 0,9%

L’asta del 21 maggio 2025 ha segnato una battuta d’arresto per il mercato lattiero-caseario globale. Dopo una serie di aste orientate al rialzo, il Global Dairy Trade Index ha registrato una flessione dello 0,9% rispetto all’evento precedente, con un prezzo medio ponderato pari a 4.589 dollari/tonnellata. Un segnale di rallentamento che coinvolge, con intensità variabile, gran parte delle principali commodity scambiate sulla piattaforma.

Il ribasso più marcato riguarda il cheddar, che ha perso il 9,2% rispetto all’asta precedente, scendendo a 5.007 dollari per tonnellata. Si tratta di una correzione significativa, che interrompe la tendenza positiva delle ultime sedute e potrebbe riflettere un momentaneo ritiro degli acquirenti da alcuni mercati chiave. Il cheddar, va ricordato, rappresenta nel contesto GDT l’unico formaggio stagionato scambiato regolarmente e, di fatto, costituisce un benchmark globale per la categoria dei formaggi a pasta dura venduti come commodity.

Anche se non direttamente confrontabile per posizionamento e qualità, il Parmigiano Reggiano condivide con il cheddar alcune dinamiche di mercato nei segmenti industriali e internazionali. In diverse aree di esportazione — in particolare nei mercati asiatici, in Medio Oriente e nei prodotti per l’industria alimentare — cheddar, blend di duri e DOP italiane possono competere funzionalmente in applicazioni simili. Un calo netto del prezzo GDT del cheddar, dunque, va letto anche in chiave strategica per il nostro settore, come potenziale segnale di rallentamento nella domanda globale per i formaggi stagionati ad ampia diffusione.

Oltre al cheddar, anche il lattosio ha registrato una contrazione pesante: -13,2%, con una quotazione scesa a 1.398 dollari/tonnellata. Segno che la domanda da parte dei comparti industriali, alimentare e farmaceutico inclusi, potrebbe aver perso slancio. In calo anche il burro, che ha perso l’1,5% e si è assestato a 7.821 dollari/tonnellata, mentre il latte scremato in polvere (SMP) ha ceduto lo 0,7%, attestandosi a 2.817 dollari/t.

Sul fronte opposto, alcune commodity hanno mostrato segni di tenuta. Il grasso anidro del latte (AMF) è salito dello 0,9%, raggiungendo 7.273 dollari/t, mentre la mozzarella, voce ancora relativamente recente nel paniere GDT, ha guadagnato lo 0,7%, con una quotazione di 4.788 dollari/t.

Nel complesso, l’asta del 21 maggio fotografa un mercato in fase di riequilibrio, più selettivo e meno sostenuto rispetto alle settimane precedenti. Non si tratta, al momento, di un’inversione strutturale, ma di una pausa che riflette probabilmente sia la normalizzazione di alcune dinamiche logistiche internazionali, sia l’esaurimento di picchi speculativi.

Il Global Dairy Trade, attivo dal 2008 e gestito da GDT Holdings, è oggi la principale piattaforma mondiale per la vendita all’asta di prodotti lattiero-caseari. Le aste, che si tengono online ogni due settimane, coinvolgono i maggiori esportatori globali: Fonterra (Nuova Zelanda), Arla Foods (UE), Dairy America (USA), Amul (India), tra gli altri. Da inizio 2025 è entrata nel circuito anche Inalpi, prima azienda italiana a comparire tra i seller ufficiali. Un ingresso strategico, che rappresenta un passo concreto verso una maggiore internazionalizzazione della trasformazione lattiero-casearia nazionale, anche nei segmenti più standardizzati.

Per il sistema Parmigiano Reggiano, il GDT resta un riferimento indiretto ma rilevante. L’andamento del burro, ad esempio, può influenzare le valutazioni economiche sulla resa al caseificio. Le dinamiche delle polveri, come SMP e WMP, restano importanti sia per i confronti internazionali sul prezzo del latte, sia per comprendere il posizionamento competitivo dei sottoprodotti. E la presenza del cheddar come benchmark per i duri industriali rende ancora più interessante monitorare queste oscillazioni in chiave strategica.

La prossima asta è in calendario per il 4 giugno 2025. In quella data si capirà meglio se la correzione in atto è un semplice assestamento o l’inizio di una fase ribassista più ampia.