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I seminari di Alleva Forum (e tutti i link per i video). Sala azzurra: obiettivo sostenibilità

I seminari di Alleva Forum svoltisi nella sala azzurra (qui la sintesi del moderatore Alessandro Fantini) hanno avuto come filo conduttore la sostenibilità, approfondendo alcuni degli aspetti che concorrono alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica della produzione del Parmigiano Reggiano.

Si è discusso dell’utilizzo prudente degli antibiotici, di come calcolare l’impatto ambientale degli allevamenti di bovine da latte, della produzione di energie rinnovabili e del benessere delle bovine che fanno il latte per fare il Parmigiano Reggiano.

Gli allevamenti stanno ampliando la loro missione nei confronti della collettività. Prima bastava fare un buon latte necessario a fare un buon formaggio e rispettare le leggi. Oggi, o meglio da un po’ di tempo, gli allevamenti hanno anche dei doveri nei confronti del benessere degli animali che allevano, dell’ambiente naturale e sociale circostante, nell’uso razionale delle risorse ambientali e nella custodia delle tradizioni.

Prudenza col farmaco veterinario

“Col farmaco veterinario è d’obbligo la prudenza: perché ridurre l’uso di antibiotici in allevamento”.Sul tema delle azioni di contrasto al fenomeno dell’antibiotico-resistenza sono intervenuti i medici-veterinari Federico Spinoso e Carlo Rusconi, dirigenti del Servizio Igiene Allevamenti, rispettivamente dell’ASL Modena e dell’ATS Valpadana. Nel suo intervento Spinoso ha premesso che il problema nell’uso “non razionale” degli antibiotici non è il rischio di residui nel latte, e quindi nel formaggio, ma il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Il Piano Nazionale Residui 2021 ha dimostrato che è stata registrata la presenza di residui di antimicrobici solo nello 0.2% dei campioni degli alimenti di origine animale testati. Di converso, il fenomeno dell’antibiotico-resistenza sta mettendo a rischio la vita di milioni di persone. Otto batteri super resistenti sono responsabili di oltre 10.000 morti all’anno. Carlo Rusconi nel suo intervento ha spiegato ai presenti cos’è ClassyFarm, strumento di categorizzazione del rischio fortemente voluto dal Ministero della Salute, e presentato i vantaggi che ne possono derivare sia per la gestione degli allevamenti che per la sicurezza degli alimenti.

Ridurre l’impatto ambientale: missione possibile

Ridurre l’impatto ambientale delle produzioni animali è un dovere etico ma in prospettiva ha anche un risvolto speculativo. Luciana Bava del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano, ha presentato i risultati delle analisi LCA di circa 250 allevamenti di bovine da latte. L’LCA, acronimo di Life Cycle Assessment (valutazione del ciclo di vita), è una metodica analitica e sistematica che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio. Nel corso del suo intervento Luciana Bava ha approfondito l’aspetto dell’LCA relativamente alla produzione da parte degli allevamenti di bovine da latte dei gas a effetto serra, anche detti climalteranti, come il metano, l’anidride carbonica e il protossido d’azoto. Dall’indagine condotta si è chiaramente notato che la produzione di CO2 equivalente per fare un kg di latte varia negli allevamenti da 2,2 a 1 kg, e questo significa che per molte stalle il margine di miglioramento c’è ed è possibile ottenerlo. Si può intervenire sull’aumento della produzione media pro-capite e sull’efficienza alimentare, sulla riduzione di concimi chimici, riducendo l’impiego di soia e sostituendola con foraggi di leguminose, gestendo al meglio la rimonta e puntando alle lattazioni lunghe. In questo modo si possono ottenere risultati significativi e misurabili.

Le opportunità del fotovoltaico per le aziende agricole

Marco Battini del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, nella sua relazione “ricchissima di dati ha stimato i fabbisogni di energia elettrica di 2176 allevamenti del Comprensorio. Il 75% di queste aziende ha da 1 a 100 capi in lattazione. La fascia tra 90 e 100 capi adulti consuma 70.867 kW all’anno, per cui il dotarsi di impianti fotovoltaici potrebbe essere conveniente e il punto di pareggio potrebbe essere raggiunto in pochissimi anni.

Benessere animale: “Ne abbiamo fatta di strada”

Gaetano Cappelli, veterinario del Servizio di Produzione primaria del Consorzio, ha ripercorso le tappe del progetto iniziato nel 2018 che aveva l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle bovine e rendere il loro formaggio più rispondente alle aspettative etiche dei consumatori. Da allora di strada se ne è fatta tanta. Il Consorzio ha stabilmente costruito una squadra di sei veterinari con lo scopo di valutare il benessere delle bovine e dare suggerimenti per migliorarlo. Ha poi presentato due bandi (2021 e 2022) per premiare gli allevamenti più virtuosi in questo ambito.

Come migliorare ancora di più il benessere animale

Nel corso dell’ultima relazione della giornata, affidata a Lorenzo Leso dell’Università di Firenze, sono stati presentati i risultati di una ricerca che dimostra i vantaggi tangibili e misurabili che si ottengono mettendo a disposizione delle bovine nelle ultime settimane di gravidanza uno spazio per uscire all’esterno. Il progetto “PRIN 2017_SMART DAIRY FARMING: Effetti del pascolo d’esercizio durante l’asciutta su performance e benessere delle vacche da latte” ha verificato questo, e con l’occasione è stato coniata la categoria “pascolo d’esercizio”, ossia una soluzione che si pone in mezzo tra il paddock classico e il pascolo. Questa nuova categoria di spazio esterno prevede una superficie pro-capite di 150-250 m2/capo adulto e permette all’erba di essere sempre disponibile, se pur in quantità limitata, per l’alimentazione degli animali.