Il 18 novembre scorso è stata la giornata europea dedicata all’uso consapevole degli antimicrobici e alla sensibilizzazione sull’antimicrobico-resistenza (European Antibiotic Awareness Day).
l tema riguarda medici e cittadini ma anche veterinari e allevatori, secondo l’approccio One Health (una unica salute) che vuole evidenziare come l’antibiotico resistenza è un (grosso) problema dovuto all’uso improprio che spesso si fa dei farmaci antimicrobici, con effetti molto seri che si evidenziano in tutti gli ambiti.
In questo contesto il ruolo degli antimicrobici utilizzati in zootecnia è sicuramente molto meno rilevante di quanto spesso viene comunicato al grande pubblico, dato che in Europa le vendite di antimicrobici veterinari sono diminuite del 47% tra 2012 e 2021.
Gli Stati Membri Ue hanno già fatto un terzo del cammino verso il traguardo 2030, secondo quanto pubblicato dalla rete di sorveglianza europea Esvac nel suo 12° rapporto sulle vendite di antimicrobici ad uso veterinario da cui emerge che la riduzione risulta particolarmente marcata per gli antimicrobici classificati dall’Oms come di fondamentale importanza per le cure nell’uomo.
La Strategia Farm to Fork si/ci pone l’obiettivo di ridurre del 50% le vendite totali di antimicrobici per gli animali d’allevamento entro il 2030 rispetto ai dati del 2018. Al 2021, gli Stati membri dell’Ue hanno già raggiunto circa un terzo dell’obiettivo
In questo scenario generale l’Italia figura molto bene dato che le vendite di antimicrobici ad uso veterinario sono scese del 53,2% grazie agli sforzi di imprese, veterinari ed allevatori che si possono avvalere di un strumento potente e unico in Europa come la tracciabilità elettronica basata su Ricetta Elettronica Veterinaria (REV) e Registro Elettronico dei Trattamenti (RET).
Nel 2022 è diventato obbligatorio l’utilizzo di quest’ultimo strumento ed anche il Consorzio ne ha promosso l’utilizzo inserendo i dati (DDD) prodotti da questo strumento nei fattori produttori di punteggio per la graduatoria del Bando Benessere Animale – Farmaci che per il 2022 liquiderà 3 milioni di euro agli allevatori del Comprensorio.
Ma il RET è solo un “registratore” dei consumi, non necessariamente un fattore di riduzione di questi che deve passare per una sempre maggiore qualità della gestione della stalla, così da prevenire le malattie che poi impongono l’utilizzo di farmaci e per una evoluzione dei protocolli di utilizzo dei farmaci che i veterinari che operano nelle stalle stanno promuovendo: tra questi in primis l’asciutta selettiva e la revisione dei criteri in base ai quali decidere se e come trattare le mastiti cliniche.
Saranno questi perciò i due principali filoni su cui si incentrerà nel 2023 l’attività di (in)formazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che sarà proposta ad allevatori e veterinari con iniziative mirate.