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Prezzi di mais, orzo e soia: l’andamento ad aprile

Il mese di aprile ha visto un generale arretramento dei prezzi delle principali materie prime zootecniche, con qualche eccezione. A confermarlo è il consueto aggiornamento mensile del Crefis, che analizza i listini italiani e internazionali alla luce delle dinamiche di mercato.

Partiamo dal mais, che in Italia continua a mantenere una relativa stabilità. A Milano, il mais nazionale contratto 103 ha segnato una quotazione media di 245,3 euro/tonnellata, in lieve calo dell’1,4% rispetto al mese precedente. Un andamento analogo si osserva anche per il mais nazionale con caratteristiche (251,3 €/t) e per quello di provenienza comunitaria (256,5 €/t), con flessioni rispettive dell’1,4% e del 2,5%. Più contenuta la dinamica internazionale: in Francia, il prezzo del mais FOB Atlantique ha perso un 2,0% (212,5 €/t), mentre negli Stati Uniti si registra un modesto aumento dell’1,4%, portando il prezzo a 158,5 €/t. Nel confronto tendenziale (su base annua), il mais mostra comunque un incremento generalizzato nella quasi totalità dei mercati analizzati, ad eccezione degli USA.

La soia, invece, conferma la sua fase discendente, con cali diffusi e significativi. In Italia, la soia nazionale è scesa a 415 €/t (-2,0%) e quella estera a 419,8 €/t (-1,5%). Un trend analogo si registra anche a livello internazionale: negli USA la soia ha perso lo 0,8%, assestandosi a 319,3 €/t, mentre in Brasile il ribasso è stato del 2,3%, con una quotazione di 334,2 €/t. La piazza europea di riferimento (CIF Rotterdam) ha chiuso aprile con una media di 362,6 €/t, in calo del 2,3% rispetto a marzo. In prospettiva, le tendenze restano negative su base annua, con ribassi tra -10% e -19%, a testimonianza di un raffreddamento della domanda o di una maggiore disponibilità sul mercato globale.

Discorso a parte per l’orzo, che ha registrato una flessione congiunturale ma mantiene quotazioni più alte rispetto al 2024. In Italia, il prezzo dell’orzo nazionale è sceso a 254,5 €/t (-2,5%), mentre quello di provenienza comunitaria ha raggiunto i 263 €/t (-3,1%). Anche le quotazioni estere mostrano lo stesso orientamento: in Francia l’orzo FOB Rouen è sceso del 4,1% (204,2 €/t), mentre nel Mar Nero il calo è stato del 4,8% (205,9 €/t). Tuttavia, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, tutti i mercati mostrano una crescita: si va da un +2% fino a +23%, a indicare una domanda ancora vivace.

Nel complesso, le tendenze di aprile segnalano una fase interlocutoria per i cereali e i semi oleosi. Il mais si conferma relativamente stabile e competitivo, l’orzo vive una fase di correzione ma resta tonico, mentre la soia sembra risentire di un eccesso di offerta o di aspettative ribassiste legate a nuove produzioni. Le prospettive dipenderanno ora dall’evoluzione climatica nelle aree di semina e dalle dinamiche internazionali legate a logistica e consumi.