Il seminario organizzato ieri dal Consorzio, con la collaborazione di Vetoquinol, ha riunito allevatori, veterinari e tecnici per una mattinata dedicata a un tema che incrocia gestione aziendale, salute pubblica e valore delle filiere: la sanità della mammella in un quadro di uso prudente degli antibiotici nell’allevamento della bovina da latte.
Non è questo il settore delle produzioni animali dove si registrano i consumi maggiori, ma anche per chi produce latte è richiesto un percorso di miglioramento. L’obiettivo è contenere l’impiego dei farmaci e al tempo stesso preservare la sanità della mandria, con particolare attenzione alla mastite.

Un equilibrio che implica maggiore cura per strutture, spazi, benessere, biosicurezza e un approccio gestionale più attento rispetto al passato, sfruttando le opportunità offerte dalla zootecnia di precisione.
Fondamentale resta il ruolo del veterinario aziendale, insieme ai laboratori di analisi, ma sicuramente strumenti sempre più facili da usare da parte dell’allevatore e accurati nella risposta rendono possibile una prima diagnosi on farm che può orientare meglio le scelte successive.

Norma Arrigoni ha ricordato quanto l’AMR sia un fenomeno in crescita e come, negli allevamenti da latte, la mastite rappresenti ancora oggi la principale causa di uso di antibiotici. Il percorso degli ultimi anni – accelerato dalle normative e dagli obiettivi europei – ha già prodotto risultati significativi; la sfida attuale è mantenere la protezione sanitaria impiegando meno farmaci, il che richiede un cambiamento metodologico.
Paolo Moroni ha approfondito questo cambio di passo, incentrato soprattutto sulla messa in asciutta e sul passaggio da un trattamento a tappeto a un trattamento selettivo. Ha illustrato le differenze tra mastiti lievi, moderate e gravi e i criteri che aiutano a stabilire quando il farmaco è utile e quando, invece, può essere evitato senza compromettere la salute della bovina né la stabilità della mandria.
Il punto non è ridurre i trattamenti per principio, ma intervenire in modo più mirato, ricordando che la sanità della mammella nasce soprattutto da una corretta gestione: ambienti puliti, lettiere rinnovate con regolarità, stabulazioni adeguate, ordine di mungitura rispettato e routine che non lascino spazi a contaminazioni interne.
Norma Arrigoni è tornata sul tema della diagnosi on farm, evidenziandone il ruolo supporto. operativo utile, ma — come più volte ricordato — non un sostituto del laboratorio.

La parte più vicina all’esperienza quotidiana è arrivata con Mauro Marmiroli, che ha portato esempi raccolti in allevamento e ha mostrato come molte criticità nascano da dettagli apparentemente minori: lettiere troppo umide, spazi ristretti, separazioni non rispettate, routine che cambiano in base agli operatori presenti.
Ha insistito sull’importanza di registrare i casi, monitorare le recidive e mantenere ordine e costanza nella mungitura. Ha inoltre descritto l’evoluzione degli strumenti disponibili per la diagnosi on farm, soffermandosi sulle differenze operative e sui miglioramenti introdotti negli ultimi anni.
L’evento è stato seguito in presenza e in streaming, proseguendo il percorso dei seminari tecnici rivolti alla produzione primaria.
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