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Cattlesociety.com: guardi, scegli, compri

Da alcuni mesi c’è una piazza virtuale dove chi compra e chi vende animali può incontrarsi, osservare, scegliere e poi completare la compravendita privatamente. È Cattlesociety.com, la prima piattaforma online italiana per la compravendita di bovine da latte.

Basta un click su cattlesociety.com per navigare tra oltre 6.000 capi in lattazione e 5.000 bovini genotipizzati provenienti da tutta Italia.

La piattaforma è operativa da pochi mesi, ma ha già registrato un grande successo in termini di adesioni e di accessi e tutto lascia pensare che siamo solo all’inizi.

Attenzione però: Cattlesociety.com non ha solo l’obbiettivo di far incontrare domanda e offerta, ma anche quello di dare opportunità di interazione e dialogo tra persone dello stesso settore in un modo nuovo, impensabile fino a pochi anni fa.

Per saperne di più ne parliamo con Stefano Noci, che di cattlesociety.com è l’ideatore e il gestore.

Stefano Noci è “figlio d’arte”, cresciuto in una famiglia assai nota nel mondo della Frisona, della selezione e delle fiere, dove la passione per la genetica, per i pedigree, per le famiglie, è sempre stata pane quotidiano. E di tutto ciò si è nutrito anche Stefano Noci: la sua attività lavorativa è legata a doppio filo con la selezione, ma cattlesociety.com nasce più come un passatempo, come desiderio di mettere in pratica un’idea coltivata da tempo.

Una rete di aziende

“Sicuramente – racconta Stefano Noci – c’è tutto questo alla base dell’idea prima e del progetto operativo poi di cattlesociety.com. Per ragioni professionali e anche famigliari vedevo tantissime stalle, con ottimi animali e ottimi dati genetici. Tuttavia, mi rendevo conto che erano il più delle volte realtà isolate una dall’altra, con grandi difficoltà per gli allevatori a comunicare direttamente e a scambiarsi informazioni riguardanti soprattutto i dati genetici degli animali presenti nelle rispettive stalle. Così mi sono posto la domanda che ha fatto nascere tutto quanto: una maggiore facilità nello scambio e nella conoscenza dei dati genetici di tutte le stalle presenti sul territorio nazionale potrebbe aiutare gli allevatori che desiderano vendere capi in eccesso o che debbono acquistare animali da vita? E potrebbe aiutare i commercianti di bestiame, che in base alle esigenze dei loro clienti potrebbero trovare il prodotto giusto da vendere, per tipologia e quantità, su una platea di dimensione nazionale?

La risposta è stata che sì, fare qualcosa a questo livello sarebbe stato utile per tutto il sistema. E questa idea si è tradotta in cattlesociety.com”.

Domanda e offerta si incontrano

L’iscrizione alla piattaforma è gratuita, e questo consente l’accesso a una serie di informazioni. Qualora invece un iscritto volesse vedere tutte le informazioni presenti e disporre di una chat dettagliata per le richieste di acquisto è previsto un canone di abbonamento mensile.

Per ora è limitata alla razza Frisona e al territorio nazionale.

Ma come funziona cattlesociety.com?

Questa è una piattaforma online dove tutti coloro che a vario titolo hanno a che fare con la compravendita di bovini da latte (allevatori, commercianti, tecnici, operatori del settore) possono incontrarsi e interagire. Il fatto decisamente nuovo è che sulla piattaforma la domanda e l’offerta si incontrano praticamente senza essere delle aste online.

“Abbiamo cercato di renderla il più semplice possibile – sottolinea Stefano Noci – affinché l’utente in pochi click possa avere tutte le informazioni di cui necessita. Chiunque sia interessato può registrarsi e nel momento della registrazione specificherà a quale categoria appartiene, se allevatore o commerciante.

All’allevatore si richiede di inserire il codice Asl dell’allevamento o codice Aua nel caso questo fosse presente. Grazie alla collaborazione con l’associazione di razza, a partire da questo, creiamo digitalmente tutto l’allevamento.

L’allevatore si ritrova quindi tutta la sua stalla ‘digitale’ all’interno di un suo account privato, che può vedere solo lui e altre figure che egli eventualmente riterrà opportuno inserire.

L’allevatore può aggiungere altri dati, personalizzarlo, mettere il logo dell’azienda, altre informazioni sull’azienda o sugli animali. Questo è il suo account, questo è il suo allevamento digitale. Di tutto ciò l’allevatore iscritto potrà decidere cosa rendere visibile a tutti coloro che entrano a visitare la piattaforma e cosa no”.

Una piattaforma di dati

Fermiamoci un momento sui dati presenti nell’account. Fondamentale è la collaborazione con l’associazione di razza che consente l’immediato travaso di una mole di informazioni imponente, che fotografa in maniera estremamente realistica gli animali presenti nella stalla.

“I dati di ogni singolo capo – spiega Stefano Noci – si dividono su tre informazioni principali. Il primo è l’indice pedigree. Altro livello di informazione riguarda il dato del genotipo se presente e, infine, qualora si tratti di un soggetto in produzione, le informazioni su ogni lattazione fatta derivanti da ogni singolo controllo effettuato. Come detto tutti questi dati sono nell’account, ma l’allevatore decide lui quali rendere visibili a tutti quanti entrano nella piattaforma a spulciare tra i vari account”.

“La piattaforma – continua Stefano Noci – consente all’allevatore iscritto di creare i propri cataloghi espositivi, raggruppando animali per caratteristiche omogenee. I cataloghi permettono di creare veri e propri gruppi precisi con caratteristiche ben definite, come lo stato fisiologico, quello sanitario o addirittura per determinati indici di selezione.

Altra cosa interessante: questi cataloghi, oltre a essere visibili sulla piattaforma, possono essere condivisi su tutti i canali social più importanti e anche tramite lo smartphone, in modo da poter inviare direttamente agli interessati i soggetti esposti. Anche questo è volto a facilitare la visita e l’incontro tra domanda e offerta, perché permette di indirizzare velocemente la ricerca su ciò che si desidera”.

Come funziona

Vediamo tecnicamente come funziona un ipotetico acquisto sulla piattaforma.

C’è una casella di ricerca che indirizza il visitatore per le varie categorie a cui può essere interessato, aree geografiche, comprensori (ad esempio Parmigiano Reggiano o Grana Padano).  Non solo: un allevatore o un commerciante può selezionare per stato fisiologico o anche per caratteristiche genetiche ben precise come produzione, indici composti (come ICS-PR) o semplicemente per aspetti morfologici. Il visitatore arriverà così a una determinata azienda (o, meglio, al suo account nel quale troverà i dati che l’allevatore ha deciso di rendere pubblici).

Qualora individui quello che fa per lui mette quell’animale in una sorta di carrello digitale di richiesta di acquisto e qui può chiedere informazioni aggiuntive rispetto a quelle rese pubbliche: sanitarie, ad esempio, o magari semplicemente il prezzo, qualora fosse nascosto.

Se entrambe le parti si accordano, la piattaforma invia una conferma di richiesta alle parti e il modello 1 dell’animale (o degli animali) all’acquirente, a conferma dell’esattezza dei dati che ha visto sulla piattaforma. Dopodiché la palla passa direttamente al venditore e al compratore per tutti gli atti successivi della transazione, che avviene quindi direttamente fra i due.

“La piattaforma – conclude Stefano Noci – vuole creare solo il momento di incontro fra acquirente e venditore. La transazione è al di fuori delle finalità della piattaforma, che non ha quindi alcun ruolo di garante e non ha alcuna commissione o percentuale sullo scambio e sulla compravendita”.

Ne abbiamo accennato prima, ma ci torniamo ora, perché viene quasi istintivo pensare a Cattlesociety.com come a un’opa ostile, per dirla in termini borsistici, rispetto ai commercianti.

Ma non è così, risponde con forza Stefano Noci: ”Questo è un punto che davvero mi preme molto sottolineare. Al primo approccio lo si potrebbe magari pensare che questa piattaforma sia stata creata per favorire l’interazione tra gli allevatori, baypassando così i commercianti. Ma la realtà è invece l’esatto opposto. L’idea è proprio quella che i commercianti stessi a seconda delle richieste dei loro clienti possano a soddisfare meglio e più rapidamente le loro esigenze, favorendo possibilmente gli allevatori italiani, magari senza andare a cercare animali all’estero.

Di offerta ce ne è tanta anche da noi: bisogna trovare solo il modo di portare tutto sulla stessa tavola. Ebbene, cattlesociety.com è proprio questo”.

Obiettivi futuri

Questo è dunque cattlesociety.com oggi.

Ma il cantiere è aperto, le idee non mancano e ci sono obiettivi importanti. Ad esempio l’allargamento ad altre razze, oltre alla Frisona, e alla possibilità di includere anche aziende straniere, europee prima e poi anche di oltreoceano, sempre con lo stesso spirito e modalità viste, per ampliare le opportunità di compratori e venditori, sia in termini di animali che di indici di selezione.

Ma non solo, come ricorda Stefano Noci: “Stiamo lavorando per allargare cattlesociety.com anche alla compravendita di embrioni, perché questo completerebbe la piattaforma in un aspetto fondamentale per gli allevatori. Siamo a buon punto e sono fiducioso: tra qualche mese potrebbe essere una realtà”.