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Comunità Energetiche Rinnovabili: un’opportunità per dare più valore a ciò che si produce

Il 28 aprile scorso è stata fondata la Comunità Energetica Rinnovabile (che di seguito chiameremo CER per comodità) Farmer.Energy Pegognaga, la prima di una serie di comunità energetiche con distribuzione diffusa nel territorio mantovano e oltre. Tutte le aziende agricole socie di Farmer.Energy Pegognaga fanno parte del comprensorio del Parmigiano Reggiano.

Questa iniziativa mira a creare una rete tra aziende agricole e consumatori per la condivisione di energia rinnovabile e pulita. La CER Farmer.Energy Pegognaga è stata fondata da aziende agricole locali, tutti allevamenti di vacche da latte a destinazione Parmigiano Reggiano. Tra queste la Società agricola Gandolfi, l’Azienda Agricola Gemelli Ezio e Davide, l’azienda agricola Viola di Caramaschi Claudio e Sauro, Vincenzi Maurizio. A queste si aggiungono realtà associative come la Cooperativa San Isidoro, la Cooperativa San Lorenzo e il Consorzio Gourm.it, con sede a Pegognaga.

Farmer.Energy nasce a Pegognaga, ma l’obiettivo è ambizioso e l’intenzione è di andare lontano: capofila del progetto nazionale è infatti Consorzio Gourm.it, un consorzio per l’export che raggruppa produttori agroalimentari di tutta Italia e che sta lavorando per diffondere le comunità energetiche rinnovabili Farmer.Energy in tutto il paese. L’obiettivo è creare una filiera agroalimentare italiana più pulita, che restituisca energia al territorio e che possa certificare i prodotti finali come a impatto ambientale neutro. In particolare – e questo è il passaggio chiave che segna l’unicità dell’iniziativa – il “motore energetico” di queste comunità energetiche, ossia la produzione di energia elettrica, è tutta legata ad attività agricole.

Di questo ne parliamo con Alessandro Gandolfi, presidente di Farmer.Energy Pegognaga, e presidente anche della Cooperativa San Lorenzo che è tra i soci di questa CER. Ed è anche tra i titolari della Società agricola Gandolfi, essa pure socia di questa iniziativa. Insomma, uno che a tutto questo ci crede e si sta impegnando di persona senza risparmio. Non solo. Avendo seguito in prima persona tutto l’iter che ha portato alla creazione di questa comunità energetica, ha maturato una competenza in materia su un argomento ancora abbastanza nuovo e poco conosciuto, ma che potrebbe diventare centrale nella definizione di una nuova identità anche delle aziende agricole, come vedremo.

Alessandro Gandolfi, prima di entrare nello specifico di Farmer.Energy Pegognaga dobbiamo necessariamente inquadrare l’argomento delle CER. Quindi la prima domanda non può essere che questa: cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili?

Le CER sono organizzazioni composte da membri di una comunità locale che si uniscono per gestire la produzione e la distribuzione di energia rinnovabile, fino a un massimo di un Megawatt. Scopo della CER è quello di sfruttare al massimo le potenzialità della produzione di energia rinnovabile e del suo utilizzo a livello locale, unendo tra loro produttori e utilizzatori. In Italia le CER sono regolate dalla legge 83/2021, che definisce le modalità di costituzione, le attività e le responsabilità, favorendo la diffusione di fonti di energia rinnovabile e la partecipazione attiva dei cittadini nella gestione dell’energia.

Come sono organizzate le CER?

Possono essere organizzate in diversi modi, a seconda del contesto locale e delle esigenze della comunità. Ad esempio, possono essere costituite sotto forma di cooperative, associazioni, società a responsabilità limitata o altre forme di organizzazione.

C’è una tariffa incentivante per l’energia immessa in rete?

Sì, in Italia è prevista una tariffa incentivante per l’energia immessa in rete. In particolare, le CER possono vendere l’energia prodotta in eccesso alla rete elettrica nazionale, ricevendo un compenso per l’energia immessa in rete.

La tariffa incentivante è stabilita dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), l’ente pubblico che gestisce i meccanismi di incentivazione per le fonti di energia rinnovabile in Italia. La tariffa incentivante varia a seconda del tipo di tecnologia utilizzata per la produzione di energia rinnovabile e del periodo di tempo in cui l’energia viene immessa in rete.

In particolare, per le CER, la tariffa incentivante per l’energia immessa in rete è calcolata come la somma della tariffa incentivante prevista per la fonte di energia rinnovabile utilizzata e del valore della componente distributiva, che tiene conto delle perdite di rete e dei costi di gestione della rete di distribuzione dell’energia elettrica.

Come avviene la condivisione di energia?

La condivisione dell’energia elettrica prodotta deve avvenire utilizzando la rete di distribuzione elettrica esistente e l’autoconsumo di energia rinnovabile avviene virtualmente: i soggetti produttori di energia della CER immettono infatti in rete la quantità di corrente in surplus rispetto ai loro fabbisogni. Un contatore virtuale, proprio della CER, memorizza sia i kW immessi sia quelli utilizzati dai soci. Una volta che l’impianto è in esercizio, la Comunità può fare richiesta al GSE per ottenere gli incentivi previsti. Gli incentivi sono riconosciuti solo per l’energia condivisa all’interno della Comunità, cioè quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione. Se la produzione è superiore al consumo, per l’energia eccedente viene riconosciuto alla CER soltanto il valore economico dell’energia, senza altri benefici.

In generale, l’energia prodotta può essere utilizzata dai membri della comunità stessa, ad esempio per alimentare i consumi energetici degli edifici o delle attività presenti nell’area geografica della comunità. In questo modo, la produzione di energia rinnovabile può essere meglio adattata al consumo locale, riducendo la necessità di investimenti costosi in infrastrutture di rete elettrica.

Ora che ne sappiamo un po’ di più entriamo nel dettaglio di Farmer.Energy Pegognaga. Che non è certo la prima CER a essere fondata in Italia. Secondo una stima pubblicata dal Ministero della Transizione Ecologica italiano nel 2021, infatti, in Italia sono attive circa 200 comunità energetiche rinnovabili, con un potenziale di crescita notevole nei prossimi anni grazie anche ai finanziamenti previsti dal PNRR. Tuttavia Farmer.Energy Pegognaga è in qualche modo una novità nel panorama nazionale…

Proprio così. La fondazione di Farmer.Energy Pegognaga rappresenta sicuramente un importante passo avanti nella promozione dell’energia rinnovabile nel territorio mantovano e non solo. Abbiamo creato un modello che vede protagoniste le aziende agricole come soggetti produttori di energia elettrica e le lega ai consumatori privati. Condividiamo l’energia prodotta da fonti pulite, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo lo sviluppo sostenibile della comunità. Il nostro obiettivo infatti è che Farmer.Energy diventi il prefisso di tante altre Comunità energetiche rinnovabili, oltre a quella di Pegognaga e che si possa arrivare a un coordinamento tra esse, per creare una vera e propria rete nazionale di produzione e utilizzo locale di energia elettrica che abbia protagoniste le aziende agricole. Secondo i nostri conti, considerando il limite di un Megawatt per comunità, ad oggi potrebbero nascere già una decina di queste comunità.

Questo è un punto importante, perché riposiziona le aziende agricole e gli allevamenti all’interno delle comunità in cui essi si collocano, evidenziando che esse non solo producono alimenti, ma possono essere anche creatrici di energia pulita, rinnovabile e locale per la comunità…

Certamente. Il mondo agricolo non è mai riuscito a cogliere pienamente questa possibilità, se non con azioni sporadiche. Ma è una grande opportunità da cogliere: dimostrare al cittadino che le aziende agricole possono essere protagoniste nella produzione di energia elettrica e nel sostegno energetico delle comunità in cui esse si trovano. Perché c’è un passaggio importante che riguarda le CER: i kW immessi e utilizzati dai soci della CER sono pagati dal GSE con una tariffa incentivante per un certo numero di anni. Questa tariffa viene incassata dalla Comunità Energetica Rinnovabile e il suo utilizzo verrà poi deciso a livello di singola CER. Ad esempio può essere redistribuito tra chi produce e chi consuma questa energia, contribuendo quindi a ridurre la bolletta energetica.

Essere protagonisti di queste comunità che ritorno può dare a un’azienda agricola, in particolare per chi fa parte del comprensorio del Parmigiano Reggiano?

Non possiamo pensare che possa esserci chissà quale ritorno economico, ma il nostro obiettivo vero è il ritorno di immagine. È importante a questo scopo valutare bene i soci da inserire: un insieme di comunità energetiche rinnovabili, coordinate, tutte a base agricola, protagoniste nel loro territorio nel soddisfacimento delle necessità energetiche con fonti pulite e rinnovabili, ad esempio di strutture come ospedali, RSA, scuole garantirebbe un ritorno di immagine decisamente importante, che inevitabilmente porterebbe valore aggiuntivo a ciò che produciamo. Tutte le aziende agricole socie di Farmer.Energy Pegognaga fanno parte del comprensorio del Parmigiano Reggiano, e questo è quindi un tema che ci interessa particolarmente.

A questo punto cosa manca per passare dalla teoria alla operatività?

Mancano i decreti attuativi che ci attendiamo a breve, che definiscano nel dettaglio l’operatività delle CER e quindi anche di Farmer.Energy Pegognaga. In mancanza di questi decreti tutto è sospeso. Ma noi siamo pronti.

Alessandro Gandolfi.