Tra i tanti eventi che hanno contraddistinto Alleva Forum c’è senz’altro la premiazione di tre aziende distintesi per tre dei pilastri che stanno alla base dell’allevamento da da Parmigiano Reggiano: benessere animale, genetica mirata e sostenibilità.
Sono l’Azienda Agricola DaMa Dairy, di Tizzano Val Parma (Parma), a cui è stato assegnato il Premio Benessere Animale, per il valore più alto nel bando 2021: 17,9 punti; l’Azienda Agricola Incerti e Germini di Baiso (Reggio Emilia), a cui è andato il Premio Genetica, per il valore più alto ICS-PR: 618; la Società Agricola Morara, di Medolla (Modena) che ha ricevuto il Premio Sostenibilità, per il valore più basso in kg di CO2eq/litro latte: 0,99.
Molti gli spunti interessanti delle tre aziende e anche un filo conduttore che può essere letto abbastanza facilmente: il percorso che ha portato al raggiungimento del risultato è iniziato da tempo, secondo un’idea di allevamento in sintonia non da oggi con gli aspetti divenuti centrali in questi ultimi anni.
Vediamo qualche dettaglio, partendo da Daniele Bettoni, titolare con la moglie Matilde della DaMa Dairy, 160 vacche in mungitura su un totale di 380 capi. La loro è un’azienda giovane, per età anagrafica e per storia della stalla, che è nata e si è sviluppata sempre con un’idea di allevamento precisa, fatta di biologico e tanto, tanto benessere animale. Un benessere fatto di scelte concrete, sia nelle strutture che nella gestione di ogni giorno. Spicca ad esempio la possibilità di accesso al pascolo per tutti gli animali, con un’area di 11 ettari a disposizione delle bovine. C’è poi l’attenzione al rapporto tra vacca e vitello nei primi giorni di vita e lo scrupolo nella podologia, con due sessioni annuali di pareggio funzionale, per ridurre al minimo i problemi di zoppie. E la percentuale di rimonta molto bassa, attorno al 20%, testimonia la durata in stalla elevata delle bovine, altro punto di forza della DaMa Dairy.
A breve poi verrà ultimata una stalla nuova per la rimonta, così da dare ancora più spazio alle bovine in lattazione, con l’obiettivo anche di ridurne leggermente il numero e mantenersi però sugli stessi livelli produttivi, grazie all’ulteriore aggiunta di benessere, perché per Daniele e Matilde Bettoni si può sempre fare meglio.
Idee precise e un percorso che parte da molto lontano anche per l’Azienda Agricola Incerti e Germini di Baiso, che tra le stalle da Parmigiano Reggiano è stata quella a far segnare un valore più alto di ICS-PR.
In questa azienda si mungono circa 50 bovine e con le asciutte e la rimonta si arriva a circa 130 capi in totale. La selezione è sempre stata una delle passioni di Luciano Incerti, il titolare, e una delle regole di questa azienda, passando tra le generazioni. Una selezione fatta con metodo, impegno, severità. Il segreto, dice Luciano è fare continuamente dei piccoli passi, ma che si mantengono, che portano progressi, che fissano in tutta la mandria i caratteri desiderati.
Qui lo si fa da almeno trent’anni attingendo un po’ a tutti gli indici, cercando – spiega ancora Luciano – di prendere qua e là quei riproduttori più funzionali agli obiettivi aziendali, correggendo i difetti e mantenendo o rafforzando i punti di forza. Del resto l’ICS-PR è un indice “giovane”, ma qui lo si applicava, in un certo senso già da molto prima, visti i punti chiave considerati nelle scelte genetiche e l’idea di vacca da latte che si è perseguita nei decenni. Animale longevo, capace di stare in stalla per almeno 4-5 lattazioni, fertile, che si ammali poco e resistente in particolare alle mastiti, capace di adattarsi in ogni stagione e resistente agli stress. Ancora, capace di sfruttare al meglio grandi quantità di fieno in razione, facendo tanto latte, un latte ricco di proteine e in particolare caseina KBB, perché l’obiettivo è fare formaggio.
Serve metodo e costanza con la selezione, ma anche la via della sostenibilità richiede idee chiare, passi precisi, scelte gestionali conseguenti. Che possono anche non avere come primo obiettivo l’emissione di CO2 equivalente per litro di latte prodotto, ma a questo ci si arriva quasi inevitabilmente, se questi passi e queste scelte sono nella direzione dell’efficienza, della preferenza per i foraggi aziendali, della sapiente gestione delle deiezioni.
Questa è un po’ la sintesi della Società Agricola Morara di Medolla, che produce un latte per il quale l’emissione di CO2 equivalente (calcolata secondo il metodo LCA) scende sotto il kg per litro di latte, per la precisione: 0,99. Un primato nelle stalle di Parmigiano Reggiano (e dato notevolissimo in generale), che è valso all’azienda il Premio Sostenibilità.
Alla base – spiega il titolare Luca Goldoni – solide prassi aziendali, come la preferenza per i foraggi autoprodotti, fieno di medica in particolare, fatti bene, di valore nutrizionale elevato e che permettono di contenere le quantità di mangime concentrato in razione.
Altro punto chiave la gestione delle deiezioni: le fosse di stoccaggio sono coperte e anche la fase di distribuzione è molto attenta: liquami sono tutti utilizzati sui terreni aziendali e distribuiti con interratori o manichette rasoterra per ridurre al minimo ogni dispersione e valorizzare al massimo l’efficacia fertilizzante.
Naturalmente pesa anche l’aspetto della produzione di latte, perché la sostenibilità ambientale è anche una questione di efficienza: più si “diluisce” la C02 equivalente emessa nel processo produttivo su un numero maggiore di litri di latte, più il dato sarà interessante. Qui i 38 litri/vacca/giorno di media testimoniano che ci siamo anche su questo versante.