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Ridurre lo stress da caldo: investimento ad altissima resa

Lo stress da caldo è un problema di tutte le stalle, ma non in tutte le stalle gli effetti negativi sono gli stessi. A volte perché si fa poco, o quello che si fa non ha la stessa efficacia. È una questione di tipologia di stalla, di scelta di attrezzature, di tecnologie più o meno funzionali. Quel che è certo, però, è che investire contro lo stress da caldo è una delle scelte a maggior ritorno economico che si possano fare in un’azienda da latte.

Si produce più latte e si aumenta nettamente anche il benessere della mandria, migliorando la sanità generale e le prestazioni riproduttive. Utile per l’allevatore, quindi che ha più latte da vendere. Utile per il caseificio, perché una mandria sana fa latte migliore; e utile anche per il consumatore, sempre più attento anche a come il latte viene prodotto (e quindi anche al benessere animale delle bovine): E ancora più attenti a quest’ultimo passaggio sono i grandi buyer nazionali e internazionali, specialmente quelli che si occupano di un formaggio top di gamma come il Parmigiano Reggiano.

Ecco perché il Consorzio ha iniziato a occuparsi direttamente anche di produzione di latte, di allevamenti e stalle, di gestione e di buone pratiche. E tra le iniziative volte a promuovere tecniche e prassi sempre più avanzate in termini di benessere animale e sostenibilità della produzione ci sono anche incontri tecnici e webinar formativi, talora in collaborazione con aziende fornitrici di prodotti e servizi e con stimati professionisti del settore.

Il seminario del 21 giugno scorso, dedicato allo stress da caldo, al suo peso economico e alle possibili modalità di intervento per ridurne gli effetti negativi, organizzato dal Consorzio in collaborazione con MSD, va in questa direzione.

Relatori della serata sono stati il dr. Lorenzo Leso, ricercatore dell’Università di Firenze, progettista di ricoveri zootecnici ed esperto di problematiche legate al benessere animale e, a seguire, il dr. Cristian Rota, consulente per il settore della vacca da latte ed esperto di analisi tecnico-economica della stalla.

Lorenzo Leso nella sua relazione si è soffermato molto sul tempo di riposo delle bovine, punto cardine di animali in stato di benessere, sani e produttivi.

In situazioni di stress da caldo la bovina non riduce i suoi atti di riposo, ossia le volte in cui si corica, ma riduce, anche di molto, il tempo in cui rimane coricata. Questo perché la sua esigenza primaria è dissipare calore, e una bovina coricata in cuccetta non riesce a dissipare calore corporeo, anzi, ne accumula. Da ciò l’importanza di un raffrescamento adeguato della zona di riposo.

Tuttavia nella pratica non sempre è la zona di riposo quella a cui si danno le maggiori attenzioni, rispetto alla corsia di alimentazione. Un punto su cui vale la pena riflettere in termini di miglioramenti nella stalla.

Altro passaggio interessante della relazione di Lorenzo Leso ha riguardato la necessità non solo di raffrescare gli animali (che in cuccetta dovrebbero essere investiti da una ventilazione compresa tra 1 e 2 metri al secondo), ma anche di assicurare adeguati ricambi d’aria nella stalla, per evitare ristagni di gas dannosi, per la bovine e per l’uomo.

Servirebbe almeno un ricambio d’aria completo al minuto; la stalla deve essere adeguatamente aperta, quindi con i teli frangivento alzati, per consentirlo.

I ventilatori sono un grande capitolo, in tema di corretto raffrescamento. Non è solo una questione di modelli, ma anche di distanze tra un ventilatore e l’altro e di corretti angoli di installazione, per evitare di avere zone raffrescate e zone ove il raffrescamento non arriva.

E poi attenzione, ha ricordato Lorenzo Leso in chiusura: il raffrescamento e la corretta ventilazione andrebbero considerati (e realizzati) anche in altri settori della stalla, non solo in lattazione, secondo queste priorità: fase di transizione (-21 +21 giorni); vitelli fino a 3 mesi; lattazione; asciutte e infine manze.

Con la relazione di Cristian Rota si è entrati nei numeri del conto economico delle stalle e di come questo venga influenzato dall’efficacia con cui si contrasta lo stress da caldo. Perché, come ha sottolineato il relatore, ciò che si fa (o non si fa, o non si fa bene) da giugno a ottobre condiziona pesantemente tutta la produttività della stalla, per l’intera annata.

Cristian Rota ha parlato di latte marginale, ossia quel litro (o litri) di latte in più che si potrebbe fare, stando le caratteristiche dell’azienda, ma che per ragioni varie non si riesce a produrre. Una di queste ragioni è proprio lo stress da caldo. Ma è proprio questo latte marginale (che di fatto “pesa” in termini economici solo per il maggiore costo alimentare necessario per ottenerlo) che salva i conti di una stalla, riduce il costo di produzione e aumenta la redditività.

Laddove lo stress da caldo non è più un problema, o lo è molto meno, questo latte marginale aumenta e tutto ciò ha una valenza finanziaria per la stalla veramente impressionante.

Citando stalle reali, da lui seguite nella sua attività di consulenza, il relatore ha indicato come l’investimento fatto nella stalla per la riduzione dello stress termico, proprio per l’impatto immediato che ha sulla produttività e la salute della mandria, sia un investimento sempre ad alta resa. Addirittura si arriva al 22%, una cosa superiore a qualunque tipo di investimento fatto con le più spericolate (e rischiose) operazioni finanziarie.

Non ci sono dubbi, quindi: se c’è un ambito nella gestione della stalla dove tutti i vari interessi convergono (dell’allevatore per la massima efficienza e redditività; del caseificio per la migliore qualità del latte, del consumatore per avere animali con più benessere e minori necessità di farmaci) è proprio quello della riduzione dello stress da caldo.

La buona notizia è che, grazie alla sensoristica individuale in grado di dare informazioni sempre più precise e puntali sulle condizioni dell’animale, allo sviluppo continuo dell’offerta tecnologica e delle conoscenze impiantistiche, alla crescente attenzione della ricerca anche agli aspetti comportamentali delle bovine, la soluzione al problema dello stress da caldo è sempre più a portata di mano.

👉🏻 Nei prossimi giorni verranno caricati anche su questa pagina (oltre che sul canale YouTube di Alleva) i video delle relazioni.