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Benessere animale, missione possibile

Dopo il convegno sull’asciutta selettiva a Montichiari (clicca qui) dedicato all’asciutta selettiva, il secondo appuntamento degli incontri di Alleva Forum ha avuto luogo a Gonzaga, nell’ambito di Bovimac, il 25 novembre scorso. Tema del convegno il benessere animale, con l’obiettivo di esplorare in maniera pratica le vie gestionali e strutturali per aumentarlo nelle stalle da latte.

Che questa sia una necessità a cui dedicare tempo, attenzioni e investimenti è ormai cosa nota, perché il benessere animale è uno di quei punti di focalizzazione dell’interesse del consumatore, che chiede a un prodotto come il Parmigiano Reggiano una modalità di produzione, a partire dal latte che esce dalle stalle, che sia ai massimi livelli anche di benessere animale. Ciò insieme ad altre voci che costituiscono, con il benessere, il nuovo paradigma della qualità di processo, ossia sostenibilità e basso consumo di antibiotici.

Ma si può (anzi, si deve) considerare il benessere animale non solo una questione di marketing del prodotto finale o di rapporti con il consumatore – cose, si è detto, essenziali – ma anche come un vero e proprio strumento zootecnico, grazie al quale migliorare i risultati della stalla, avendo bovine più sane (e quindi riducendo la necessità dei farmaci nel processo produttivo) e più resistenti nella stalla, migliorando anche il parametro della rimonta obbligata, fattore critico -quando troppo elevata – in termini non solo di benessere animale, ma anche di economicità dell’intero processo produttivo.

Di tutto questo si è parlato a Gonzaga.

Marco Nocetti, responsabile del Servizio di produzione primaria, ha illustrato la visione del Consorzio e le linee strategiche che esso ha intrapreso da tempo su questo aspetto. Misure concrete in termini di assistenza tecnica alle stalle, di verifiche e anche di finanziamenti, con i Bandi Benessere che hanno portato soldi nelle stalle per interventi di miglioramento del benessere animale. Il risultato che già ora può essere mostrato è quello di un miglioramento complessivo della media delle stalle del comprensorio su questo aspetto, come su quello del consumo di antibiotici.

Gaetano Cappelli, anche lui del Servizio di Produzione Primaria, “è rimasto” nelle stalle da latte del Comprensorio, illustrando quanto emerso dalle migliaia di ispezioni in stalla fatte dai tecnici (veterinari e agronomo) del Servizio di produzione primaria, per le valutazioni CReNBa, Classyfarm e per le valutazioni legate ai recenti bandi sul benessere del Consorzio. Oltre 5000 visite, da cui emergono punti di forza e aree dove serve ancora uno sforzo di miglioramento, come per la vitellaia e la transizione.

Piatto forte dell’incontro di Gonzaga è stata però la relazione di Lorenzo Leso, agronomo e progettista di stalle da latte, che nel suo intervento ha trattato soprattutto tre aspetti legati a punti cardine nel benessere animale in una stalla da latte: transizione, vitellaia e pascolo di esercizio.

Parlando di area di transizione ha sottolineato come questa sia la parte della stalla dove investire al massimo per il benessere animale, in termini soprattutto di spazi a disposizione delle bovine e di adeguata ventilazione, ricordando come non sempre nella realtà questa parte della stalla sia adeguata, per i due aspetti citati, e quindi su di essa ci sia da lavorare e investire. Quanto alla vitellaia ha illustrato come questa possa adeguarsi alle recenti raccomandazioni EFSA sul benessere (in particolare sul contatto madre-vitello), con esempi di modelli e soluzioni.

A seguire, il tecnico mantovano si è soffermato a lungo sul pascolo di esercizio, ossia un’area esterna, inerbita, dove le bovine (e in particolare le asciutte a cui primariamente questa soluzione si riferisce) possano accedere a volontà nelle 24 ore. Un’area senza significato nutrizionale, ma solo per dare possibilità di movimento.

Di questo il dr. Leso ne ha parlato e scritto più volte (clicca qui e qui e anche qui); recentemente, un suo lavoro in merito ha avuto anche la pubblicazione sul Journal of Dairy Science. In sostanza la prova dimostrava come questo spazio –di facile realizzazione in una stalla e con un limitato investimento  – porti vantaggi importanti per le bovine, che si trascinano nella lattazione successiva.

Non solo: offre un’area “cartolina”, una sorta di vetrina della stalla con animali al pascolo di grande impatto per l’immagine dell’allevamento verso il consumatore, che vede proprio nel pascolo uno dei fattori su cui massimamente costruisce la sua idea di benessere animale.

Ee è quello che ha fatto Elena Dorighi, veterinaria buiatra e allevatrice (clicca qui per conoscerla meglio) che nella sua stalla con circa 40 bovine in lattazione ha inserito di recente il pascolo di esercizio, oltre ad altre scelte strutturali per massimizzare il benessere animale. Ha illustrato la sua esperienza, arricchita da dati e considerazioni, sottolineando come lavorare sul benessere e sugli spazi, e in definitiva sul benessere animale, sia per l’allevatore sempre un ottimo investimento.

Infine le conclusioni di Nicola Bertinelli, a spiegare perché il Consorzio è sempre più attento a come le bovine che fanno latte da Parmigiano Reggiano sono allevate e l’insieme degli strumenti che il Consorzio si è dato per portare formazione tecnica alle stalle del Comprensorio. Tra questi strumenti i convegni tecnici nel corso delle principali fiere zootecniche nazionali.

Prossimo appuntamento a Cremona, venerdì 1 dicembre, ore 15: si parlerà di selezione per la bovina da Parmigiano Reggiano e del nuovo ICS-PR, con uno sguardo al futuro e alla possibilità di selezione delle popolazioni microbiche ruminali.

Guarda i video delle presentazioni al convegno di Gonzaga.